L ‘Amore ai tempi dello sfrucuglio (era meglio il colera)

La mia generazione appartiene all’innamoramento, al corteggiamento, alla conoscenza senza Internet. Lettere, biglietti, sorprese, fiori, telefonate, attese, silenzi e adrenalina.

Oggi il web, i social, le app e tutte le diavolerie tecnologiche, hanno sì fatto socializzare, ma hanno alimentato incomprensioni, fantasie, gelosie.

Basta un’emoticon che dire che..ecco che..che cosa? Un sorrisetto? Ma il mio è bellissimo e non certo uguale a quella faccina gialla. Oppure postare una frase tipo “Oggi ti penso”, quando è un anniversario di morte; e invece si scatenano  strani sfrucugli.

La TRECCANI, definisce così “sfrucugliare”: «cercare di rimuovere o di togliere via, rovistando e frugando con una bacchetta o con qualsiasi altro oggetto allungato e sottile: scaccia fuori la pipa e comincia a sfruconare la cannuccia con uno stelo di saggina(Silone)» (Vocabolario Treccani) – sviluppa quello figurato di «pungolare, tormentare». E non alludo a nessun dildo.

Ecco, io credo che si dovrebbe riprendere un po’ quelle abitudini perdute. Perchè le relazioni non sono un catalogo del Postalmarket.

Oggi mancano l’odore della carta, il calore di un sorriso, l’emozione di una voce, la sorpresa di trovare un biglietto tra il tergicristallo, la fatica di ritrovare l’uomo o la donna che hai incrociato in un locale o che ti hanno presentato ad una cena.

Oggi l’Amore mette meno alla prova.

Forse è per questo che sento tanta scontentezza attorno.

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